21Set

Colon irritabile e dieta low FODMAP: quando i FODMAP non c’entrano

È sempre colpa dei FODMAP?

Qualche tempo fa vi ho parlato della dieta FODMAP o dieta a basso contenuto di FODMAP per la gestione della sindrome da colon irritabile o IBS che se avete voglia di approfondire trovate qui.

È un approccio alimentare molto studiato e che dà veramente dei risultati tangibili, ma altre volte si rimane perplessi e non si riesce a trovare un nesso logico.

Un dubbio ricorrente è quello di non riuscire a capire quanto tempo possa intercorrere tra l’assunzione di un alimento e la manifestazione dei sintomi. La tempistica varia da persona a persona e dipende da vari fattori. Ricordiamoci sempre che non esistono alimenti con contenuto di FODMAP pari a zero e che l’effetto è cumulativo.

Di norma, il cibo ha bisogno di 2-24 ore per giungere al colon ed infine al retto, ma dipende molto dalla propria motilità intestinale.

Ma allora perché a volte corriamo in bagno dopo nemmeno mezz’ora dal pasto?

Anatomia dell’intestino

La sindrome del colon irritabile interessa appunto il colon ovvero parte del grande intestino o intestino crasso (large intestine). Come potete vedere dall’immagine, prima che il cibo arrivi al colon, deve superare lo stomaco ed il piccolo intestino o intestino tenue (small intestine). Il piccolo intestino (piccolo per il diametro) ha una lunghezza media di 6-7 metri ed è difficile che l’alimento possa giungere al colon in tempi brevi infatti servono almeno un paio d’ore.

Allora cosa scatena i sintomi in tempi brevi?

Riflesso gastro-colico

Il riflesso gastro-colico è un segnale che lo stomaco manda all’intestino per permettergli di svuotarsi prima dell’arrivo di altro cibo. L’intestino inizia a contrarre le pareti e parte lo stimolo della defecazione.
In alcuni soggetti che soffrono di IBS, questo riflesso è molto più accentuato ed, in presenza di cibi particolarmente grassi o pasti abbondanti o bibite troppo fredde, può portare alla corsa in bagno dopo pochi minuti dal pasto.
E se il pasto precedente conteneva un alto quantitativo di FODMAP e grazie al riflesso gastro-colico ha raggiunto il colon? In tal caso, potremmo avere dei sintomi che non c’entrano nulla col pasto immediatamente precedente ma che correlano ad almeno 2 pasti prima. È bene quindi tenere sempre un diario alimentare in modo da non confondere le associazioni tra alimento e sintomi.

SIBO o sovracrescita batterica del tenue

Abbiamo seguito le 4 settimane di dieta low FODMAP e siamo nella fase di reintroduzione, ma ahimè qualsiasi categoria proviamo dà subito gonfiore e malessere subito dopo il pasto.
Ricordate il piccolo intestino o intestino tenue con i suoi 6 metri di lunghezza? Come abbiamo visto sopra, si trova molto prima del colon, ma, per qualche motivo che non indaghiamo qui, dei ceppi batterici del colon si sono spostati ed hanno colonizzato il tenue. Ciò porta a gonfiore, flatulenza, diarrea, nausea, stanchezza, difficoltà digestive e sintomi abbastanza immediati in quanto l’intestino tenue è la prima porzione di intestino con cui il cibo viene a contatto.
Anche in questo caso i FODMAP non c’entrano. Serve una diagnosi medica e spesso è necessaria una terapia antibiotica per eradicare questi batteri “fuori posto”.

Caffeina

Spesso ridurre il contenuto di FODMAP non basta per alleviare i sintomi da IBS. Nei soggetti più sensibili fare una colazione a basso contenuto di FODMAP con l’aggiunta di una bella tazzina di caffè può portare comunque a scariche diarroiche. La caffeina accelera infatti la peristalsi intestinale e confondere la nostra fase di reintroduzione.

Queste sono 3 diverse situazioni che possono spiegare la corsa in bagno subito dopo il pasto e che possono mandare in confusione chi sta seguendo il protocollo FODMAP.

Il consiglio è dunque di affidarsi ad un professionista (dietologo, biologo nutrizionista, dietista) che conosca tale protocollo e di stilare un diario alimentare.

10Lug

La dieta FODMAP – Esempio di giornata tipo contro pancia gonfia e colon irritabile

La dieta FODMAP è  un approccio alimentare in grado di ridurre sintomi come la pancia gonfia che è un fastidio molto ricorrente e si associa a diversi fenomeni fisiologici e non: cambiamenti ormonali, problemi all’apparato gastrointestinale, intolleranze alimentari, sindrome del colon irritabile, ecc.

FODMAP – Sindrome dell’intestino-colon irritabile

La sindrome dell’intestino-colon irritabile o IBS (detta anche colite spastica, colite nervosa, colonpatia funzionale) è una patologia cronica ricorrente che non si associa ad anomalie strutturali dell’intestino, ma può avere una stretta correlazione con la sfera emotiva (ansia, stress, depressione) o con fenomeni di intolleranza alimentare generando alterata motilità intestinale (stipsi o diarrea).

Fino a qualche anno fa, si dava poco peso all’alimentazione per questo tipo di disturbo e ci si limitava a consigliare un maggior/minor consumo di fibra.

Nel 1999 al Monash University in Australia la D.ssa Sue Shepherd sviluppò la cosiddetta DIETA FODMAP, dieta che negli anni successivi fu testata su pazienti con IBS. I risultati furono tali che nel 2010 tale dieta è entrata a far parte delle linee guida mediche britanniche e nel 2011 di quelle australiane per la cura di questa patologia.

Cosa sono i FODMAP?

Il termine FODMAP è un acronimo inglese ricavato da una lista di alimenti che hanno dato fenomeni fisiologici (gonfiore, nausea, meteorismo, crampi, diarrea, stipsi) a pazienti con IBS.

FODMAP

Fermentable

Oligosaccharides

Disaccharides

Monosaccharides

And

Polyols

Queste molecole sono tutti carboidrati a catena corta che hanno la capacità di attirare acqua nel tratto intestinale e, se non siamo in grado di digerirli o assorbirli bene, possono essere fermentati dai batteri intestinali causando fastidi intestinali.

OLIGOSACCARIDI 

Sono fruttani e galatto-oligosaccaridi contenuti in frumento, segale, orzo, cipolla, porro, aglio, scalogno, carciofi, rape rosse, finocchi, piselli, pistacchi, anacardi, fagioli, lenticchie e ceci.

DISACCARIDI

Si intende il lattosio ovvero lo zucchero di latte e derivati (formaggi freschi, creme, gelato e yogurt).

MONOSACCARIDI

Il fruttosio è lo zucchero della frutta e, se presente in eccesso rispetto al glucosio, può essere poco tollerato. È il caso di mele, pere, mango, ciliegie, anguria, asparagi, miele, sciroppo di fruttosio, sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS).

POLIOLI

Dolcificanti che finiscono in -olo come sorbitolo, mannitolo, xilitolo, maltitolo, inulina e isomalto contenuti in mele, pere, albicocche, ciliegie, nettarine, pesche, prugne, anguria, funghi, cavolfiore, caramelle, gomme da masticare, mentine e dolci senza zucchero (dove vengono usati dolcificanti artificiali per sopperire alla mancanza di zucchero)

Questi zuccheri danno problemi con l’accumulo, cioè un singolo alimento ad alto contenuto di FODMAP può anche non dare fastidi, ma se associato ad altri alimenti ad alto contenuto di FODMAP, allora si avrà un effetto sommatorio portando alla comparsa dei sintomi citati prima.

Dieta low-FODMAP (dieta FODMAP)

Tale dieta ha una notevole efficacia nella riduzione dei sintomi dei pazienti affetti da IBS come dimostrato dai diversi studi effettuati, ma essendo una dieta molto restrittiva, è bene farsi seguire da un professionista (dietologo/nutrizionista/dietista) per avere un piano alimentare bilanciato onde evitare carenze nutrizionali.

Si distinguono tre fasi:

  • prima fase di 4-8 settimane di alimentazione a basso contenuto di FODMAP o low-FODMAP per permettere di alleviare i sintomi
  • seconda fase di reintroduzione degli alimenti scandita dallo specialista in tempi e quantità e con l’ausilio di un diario alimentare per monitorare i sintomi. La reintroduzione deve essere fatta per gradi per testare il proprio livello soglia di tolleranza. E’ un percorso totalmente soggettivo che permette di identificare alimenti tollerati e non e, se tollerati, in che quantità massima
  • terza fase di autogestione dei sintomi sul lungo termine dove il paziente impara a gestire anche i cibi ad alto contenuto di FODMAP

Esempio di giornata tipo low-FODMAP (dieta FODMAP)

Di seguito un esempio di dieta FODMAP con i cibi consentiti dal Monash University fondatori della dieta FODMAP.

COLAZIONE Latte ad alta digeribilità con fiocchi d’avena e noci
PRANZO Gnocchi di patate (con farina di riso o quinoa) al pomodoro
Scaloppine di pollo al limone
Insalata mista di lattuga e finocchi
Uva
CENA Merluzzo con pomodorini e olive e contorno di rucola
Pane senza glutine
Melone cantalupo
SPUNTINI Fragole o ananas

Ricordo e sottolineo che questa strategia alimentare allevia i sintomi e li rende più gestibili e che il fai da tè può essere molto rischioso senza le dovute conoscenze.

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